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I sussurri del vento

Immagine del redattore: Victoria RangelovaVictoria Rangelova

Mia stava in piedi sul bordo della scogliera, in alto sopra il mare, dove le onde si infrangevano con un ritmo dolce ma costante. Il vento le scompigliava i capelli e portava con sé il profumo salmastro dell’oceano. I suoi occhi erano fissi sull’orizzonte, dove il cielo e l’acqua si fondevano in un tutt’uno indistinguibile. Quella vista l’aveva sempre attratta, come se fosse una promessa di infinito e libertà.

Ma dentro di lei infuriavano pensieri e domande che non trovavano posto in quel paesaggio sereno. La vita che aveva lasciato alle spalle le sembrava ormai un sogno lontano. La città che non dormiva mai, il rumore delle strade, la routine quotidiana – tutto era svanito, sostituito da una sensazione inspiegabile di vuoto e attesa.

Non era partita per fuggire, ma per trovare. Trovare cosa? Non lo sapeva. Ma la sensazione che qualcosa le mancasse nella vita era così forte che non poteva più ignorarla.

— A volte ti senti in trappola, vero? – le aveva detto la sua migliore amica prima della partenza. – Ma forse quella trappola è solo nella tua testa. Ovunque tu vada, la porterai con te.

Quelle parole erano vere, ma Mia non poteva accettarle. Doveva esserci qualcosa oltre tutto questo, qualcosa che doveva scoprire. Così iniziò il suo viaggio – senza un piano, senza una meta precisa. L’unica certezza era che doveva seguire il suo istinto.

Quella sera trascorse la sua prima notte in un piccolo villaggio che sembrava uscito da una fiaba. Vicoli stretti e tortuosi illuminati da vecchie lanterne, il profumo di pane appena sfornato e fichi nell’aria, e persone che sorridevano con una gentilezza che da tempo non incontrava. Mia affittò una stanza in una piccola casa, dove un’anziana donna la accolse con tè e dolcetti, senza farle troppe domande.

Mentre sistemava le sue cose, notò un vecchio libro appoggiato su un tavolo di legno accanto alla finestra. Aveva una copertina di pelle e pagine ingiallite. Il titolo era quasi cancellato, ma riuscì comunque a leggerlo: "Le voci dell’invisibile."

La curiosità ebbe il sopravvento. Mia aprì il libro e iniziò a leggere. Il testo era strano, un misto di poesia e filosofia, come se fosse stato scritto per coloro che cercano qualcosa oltre l’ordinario. Una frase la fece fermare:

"Chi cerca deve sapere che le risposte non si trovano sempre dove guarda. A volte il cammino verso la verità è un viaggio dentro di sé, non fuori."

Quelle parole la scossero. Aveva la sensazione che il libro le stesse parlando direttamente. Lo richiuse, ma nella sua mente qualcosa si era già risvegliato – un pensiero che non l’avrebbe più lasciata.

Quella notte, sotto la luce delle stelle, Mia si addormentò con la sensazione che il cammino intrapreso non fosse un caso. Fuori, il vento soffiava come un sussurro – lieve, ma insistente, come se volesse prometterle che il meglio doveva ancora venire.

La mattina seguente, mentre passeggiava per il villaggio, Mia incontrò un uomo seduto su una vecchia panchina di legno all’ombra di una grande quercia. Sembrava calmo, quasi irreale, con occhi profondi che sembravano vedere più di quanto avrebbero dovuto.

— Sembri pensierosa – disse lui con una voce calda ma enigmatica.

Mia esitò, ma qualcosa in lui la fece sentire sicura, come se potesse fidarsi.

— Sto cercando… qualcosa – ammise. – Ma non so cosa.

Lui sorrise leggermente, come se avesse già sentito quelle parole molte volte prima.

— A volte ciò che cerchiamo non si trova dove ci aspettiamo. Il cammino può portarci lontano, solo per poi ricondurci a noi stessi.

Le sue parole risuonarono in Mia, come un’eco di ciò che aveva letto nel libro la sera precedente. Lo guardò con attenzione, cercando di capire chi fosse e come potesse sapere così tanto.

— Perché pensi che questo viaggio mi riporterà a me stessa? – chiese.

Lui la fissò negli occhi, e per un istante un lampo indecifrabile brillò nel suo sguardo.

— Perché in realtà conosci già la risposta, devi solo accettarla. A volte, un viaggio non serve a trovare, ma a imparare a vedere.

Mia sentì quelle parole penetrarle dentro, lasciandola immersa nei suoi pensieri. Non era ancora sicura del loro significato esatto, ma sapeva una cosa: quella conversazione segnava l’inizio di qualcosa di importante.

 
 
 

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